La parola “ecumenismo” deriva dal termine greco oikuoméne che indica la parte abitata della terra. È un indirizzo pratico che tende a creare una sempre più stretta collaborazione e comunione tra varie chiese cristiane. Le chiese della Riforma propongono una visione dell’unità cristiana che intende recuperare la comunione nella diversità caratteristica del Nuovo Testamento. Spesso per tale tipo di comunione si usa il termine greco koinonia. La concezione protestante dell’unità è all’origine del movimento ecumenico. Dalla seconda metà dell’Ottocento in poi si costituiscono i più importanti organismi di collaborazione confessionale. Nel 1875 è fondata l’Alleanza delle chiese Riformate e Presbiteriane e successivamente, nel 1881 il Consiglio Mondiale Metodista, nel 1905 l’Alleanza Mondiale Battista, nel 1929 la Federazione Luterana Mondiale. Parallelamente a questi organismi di carattere confessionale sorgono alcuni tentativi di collaborazione interconfessionale. Il primo è l’Alleanza Evangelica, creata a Londra nel 1846 da un’assemblea di 900 cristiani membri di 52 diverse chiese protestanti, provenienti da tutto il mondo. Nel 1910 a Edimburgo è convocata una conferenza missionaria che riunisce per la prima volta i rappresentanti di tutte le confessioni protestanti, della comunione anglicana e di alcune chiese vecchio-cattoliche. Questa conferenza può essere considerata il vero inizio del movimento ecumenico. Sin dall’inizio questo movimento ha due anime quella teologica (unità nella fede) e quella pratica (unità nell’azione). La prima anima è legata al movimento Fede e costituzione nata dall’iniziativa del vescovo della chiesa episcopale americana Charles Brent (1862-1929). Il movimento Vita e azione fu creato su iniziativa e per ispirazione dell’arcivescovo luterano svedese Nathan Söderblom (1866-1931). Entrambi i movimenti, nati dopo la conferenza di Edinburgo, prendono corpo dando vita alle prime grandi assemblee ecumeniche mondiali. Le più importanti sono l’assemblea di Stoccolma nel 1925 e l’assemblea di Losanna nel 1927. Nel 1948 i due movimenti confluiscono nel Consiglio Ecumenico delle Chiese. In tempi più recenti l’assemblea più importante del movimento ecumenico è indubbiamente quella di Lima (Perù) nel 1982 che ha messo a punto i tre “testi di convergenza” su battesimo, eucaristia e ministero.

In Italia, i primi rilevanti contatti dei valdesi con altre denominazioni protestanti (battisti, metodisti, chiese libere) ebbero inizio solo nella seconda metà dell’Ottocento e specialmente dopo l’unificazione del Regno d’Italia (1870). Prima di questa data la predicazione evangelica sul suolo italiano fu impossibile o fortemente limitata. Il primo considerevole passo verso la collaborazione tra diverse chiese e movimenti protestanti è stato compiuto nel 1920, durante il I Congresso Evangelico tenutosi a Roma. Il ventennio fascista, però, ha reso difficili o addirittura impossibili tutti i tentativi di testimonianza comune. Nel 1946 le due chiese metodiste (episcopale e wesleyana) si uniscono e, insieme alla Chiesa valdese e alle Chiese battiste, costituiscono un “Consiglio Federale” delle chiese evangeliche italiane che si trasforma, nel 1967, in Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI). Ne deriva una collaborazione sempre più stretta a livello locale e nazionale nella preparazione dei pastori, nell’elaborazione di programmi educativi per i bambini, nella difesa della libertà di coscienza.

Il rapporto con la Chiesa cattolica romana è uno degli aspetti più complessi della storia valdese. Sin dalla sua nascita il movimento fondato da Valdo è stato oggetto di numerose persecuzioni da parte della gerarchia cattolica. D’altro canto anche l’opera di evangelizzazione, condotta dalla Chiesa valdese nella seconda metà dell’Ottocento e nella prima del Novecento, non di rado sfruttava i sentimenti anticlericali e anticattolici abbastanza presente nella società italiana. Le relazioni ecumeniche con il cattolicesimo si sono intensificate dopo il Concilio Vaticano II, terminato nel 1965. Uno dei segni più importanti del nuovo clima ecumenico è la comune traduzione della Bibbia in lingua corrente, promossa dalla Società Biblica in Italia. A questa particolare edizione della Bibbia hanno collaborato numerosi studiosi valdesi e metodisti. La Chiesa evangelica valdese ha partecipato attivamente ai colloqui teologici promossi dal Consiglio Ecumenico delle Chiese che hanno coinvolto anche la Chiesa cattolica romana. Ricordiamo in particolare i documenti di Lima del 1982 su battesimo, eucaristia e ministero. In Europa il più importante documento del dialogo ecumenico è la Carta Ecumenica accolta dal Sinodo nel 2001. Uno dei più rilevanti documenti del dialogo ufficiale con la Conferenza Episcopale Italiana è il “Testo comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni tra cattolici e valdesi o metodisti“, approvato nel 1997, a cui ha fatto seguito, nel 2000, il Testo applicativo. Nonostante un clima di fiducia, rimangono sempre validi i divergenti punti di vista teologici e i diversi atteggiamenti nei confronti della società che accomunano tutte le chiese protestanti del mondo nei loro rapporti con il cattolicesimo. In Italia, la Chiesa evangelica valdese nei suoi rapporti con la Chiesa cattolica romana è particolarmente attenta all’aspetto sociale e politico del dialogo, promuovendo una visione laica della società nonché la piena libertà di espressione a tutte le posizioni religiose e filosofiche.

Che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.
Giovanni 17,21

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